7 giugno: Scuola Sec. Primo grado "Leonardo Da Vinci"


E' il 7 giugno ed è una giornata soleggiata e calda fin dal primo mattino.

Aleggia nell'aria e fra i ragazzi quella frenesia tipica del fine scuola. Fra pochi giorni infatti termineranno le lezioni, ma abbiamo ancora un compito da assolvere: occorre realizzare l'orto fuori terra della scuola secondaria di primo grado "Leonardo da Vinci" di San Concordio. È molto che ci attendono e bisogna proprio cercare di rispettare gli impegni che avevamo preso con le 16 scuole del comune di Lucca che avevano aderito al progetto “Centomila orti in Toscana”.

Appena giunti all'Agrario carichiamo il furgone con cinque cassoni e con gli attrezzi da lavoro. Gli alunni della 3 BB e della 3A ci aspettano presso la scuola media e i sacchi di terriccio sono già stati consegnati e depositati presso il luogo dove realizzaremo l'orto fuori terra della scuola. Partiamo con il furgone e arriviamo alla scuola media. Ci attendono i docenti Pollini K. e Giannini M. con due loro alunni, impazienti di vedere realizzati i cassoni. I nostri alunni si mettono subito al lavoro: foderano i cassoni con tessuto-non tessuto per evitare perdite di terriccio, sistemano sul fondo del contenitore uno strato di palline di argilla espansa (“sembrano i croccantini che mangia Fido, il mio cane” afferma sorpreso un ragazzo delle scuole medie) per realizzare un buon drenaggio, riempiono i cassoni con un miscuglio ottenuto miscelando varie le tipologie di terriccio con la pietra pomice macinata per ottenere un substrato di coltivazione ideale. Nel giro di qualche ora i contenitori, ormai pronti, vengono posizionati nel cortile interno della scuola.

Manca un ultimo elemento per completare il lavoro. Non vogliamo lasciare la scuola senza aver reso almeno un cassone “vivente”. Ci procuriamo così alcune piantine di prezzemolo, basilico e lattuga, che vengono collocate con cura ed attenzione aprendo piccole buchette nel terriccio, né troppo in profondità, perché ne risentirebbero le foglie, né troppo in superficie, perché le radici finirebbero per disidratarsi e morire. L’opera è quasi completata. Occorre ora dare solo un poco di acqua. Ma come? Non c’è nei paraggi alcun rubinetto. I docenti della scuola media partono alla ricerca di una soluzione e tornano con un lungo tubo di gomma che viene srotolato e fatto passare nei corridoi della scuola sotto lo sguardo attento, e invero un po’ preoccupato, dei collaboratori scolastici. Il tubo viene collegato a un rubinetto posto sul muro esterno della scuola cosicché è possibile far giungere l’acqua fino ai cassoni. In poco tempo le piantine appena trapiantate sono ristorate e pronte ad affrontare una nuova esistenza.

Prima di lasciare la scuola raccomandiamo ai docenti di provvedere ad irrigare quotidianamente le piantine, soprattutto nei primi giorni dopo il trapianto, quando le radici, abituate agli angusti spazi del vasetto che le conteneva, non hanno ancora capito che possono avventurarsi all’esplorazione dello spazio e del terriccio che sta intorno a loro.

La sensazione con cui lasciamo la scuola è di intima soddisfazione. Siamo felici per aver contribuito a creare, anche se in miniatura, anche se per pochi alunni, uno piccolo mondo magico, un luogo aperto allo stupore, alla meraviglia, alla sorpresa…

Mentre ci allontaniamo ritornano alla mente le parole di Pia Pera: “coltivando la terra, si coltiva anche la felicità”.

Alessandro Giannini

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Pia Pera è stata una scrittrice appassionata della natura, del giardino e dell’orto. Ha dedicato molto del suo tempo a promuovere la cultura degli orti scolastici. Ha fondato un sito web “Orti di Pace” (www.ortidipace.org) per chiunque ami l’orto e, in senso più ampio, il giardino, e lo consideri un luogo ideale per intrecciare una serie di scambi con la natura, l’ambiente e la comunità.

Medie di San Concordio