5 maggio: Festa degli orti di Lucca e Capannori


Oggi, 5 maggio, all’Orto botanico di Lucca è una giornata speciale: è la Festa degli orti scolastici di Lucca e Capannori. Oltre una ventina di scuole di Lucca e una quindicina di Capannori si sono date appuntamento nei sotterranei del baluardo di San Regolo portando con sé cartelloni, disegni, foto, poesie, lavori manuali e una grande dose di creatività e fantasia, per illustrare i percorsi e i progetti che hannostand festa degli orti sviluppato in questi ultimi anni nell’ambito del progetto “Orti in condotta”. E’ un fiume di bambini, genitori, nonni, maestre che si dipana fra i tavoli e gli stand delle scuole, è un tripudio di colori, profumi, voci che riempie fino a saturare lo spazio dei sotterranei.

Il nostro Istituto ha allestito un proprio spazio dedicandolo totalmente all’orto, declinato nelle sue innumerevoli forme: l’orto sinergico, l’orto in cassetta, l’orto da parete, l’orto in borsa e in tasca, l’orto fuori terra ed infine l’hortilla, ossia l’orto in bottiglia, che prevede il riuso di materiali di uso comune -come le bottiglie di plastica che altrimenti finirebbero fra i rifiuti- concedendo loro una seconda vita e una nuova funzione: vasi per fiori ed ortaggi.

Orti in condotta ed oltre

"Orti in condotta" è un progetto ideato da SlowFood allo scopo di far emergere, intorno all’orto scolastico, una “comunità dell'apprendimento", composta da insegnanti, formatori di SlowFood, nonni, genitori e bambini, che favorisca lo scambio e la condivisione delle proprie competenze ed esperienze. Mentre a Capannori il progetto è attivo da alcuni anni, a Lucca ha avuto inizio nel 2016, inserendosi nel più ampio progetto regionale “Centomila orti in Toscana”, che ha la finalità di diffondere la “cultura” degli orti urbani, degli orti sociali e degli orti scolastici. Nell’ambito di questo progetto, di cui il comune di Lucca è capofila, Slow Food si occupa della formazione degli insegnanti, mentre l’Istituto Tecnico Agrario ha il compito di collaborare alla progettazione, realizzazione e successiva cura degli orti. E lo fa coinvolgendo i propri alunni, che visitano periodicamente le scuole e si mettono a disposizione delle insegnanti e dei bambini aiutandoli, sostenendoli e guidandoli nei lavori dell’orto, e talvolta, su richiesta delle insegnanti, svolgendo anche delle vere e proprie lezioni teorico-pratiche nelle classi. Tutto questo è un modo per far sviluppare competenze tecnico-professionali e, nella misura in cui devono relazionarsi anche con le altre figure, anche sociali e relazionali. La metodologia didattica adottata è definita come “Service Learning” -molto conosciuta nei paesi anglosassoni, meno nel nostro paese- che combina lo studio in aula (learning) con l’impegno a favore della comunità locale (service).

Conferenza “Comunità si diventa”

Mentre nei sotterranei si svolgeva la mostra, nella sala conferenza soprastante si è tenuto il convegno “Comunità si diventa”, che si è aperto con gli interventi e i saluti dei sindaci di Lucca e Capannori, ai quali è seguito il racconto della propria esperienza da parte di alcune scuole coinvolte nel progetto. Dopo la relazione del Prof. Rovai dell’Università di Pisa e della dietista esperta in educazione alimentare Barzanó, il convegno si è concluso con l’intervento più atteso della mattina, quello di Carlo Petrini, presidente di Slow Food International.

Carlo Petrini

Durante il suo discorso, Carlo Petrini ha sottolineato l’importanza degli aspetti culturali ed educativi del progetto degli Orti icarlo petrinin condotta elogiando, in modo particolare, le insegnanti coinvolte nel progetto che, senza particolari gratificazioni o riconoscimenti personali, fanno un lavoro meraviglioso con i bambini, dando vita al contempo ad una nuova forma di didattica, di una didattica che parte dal basso. E’ un lavoro che non ha solo una valenza culturale ed educativa importantissima, ma è l’esempio più alto della politica, di una politica con la “P” maiuscola. Spiega infatti Petrini, che nella misura in cui le insegnanti sono formatrici di una futura cittadinanza, pongono le basi anche per una politica diversa, non solo nei confronti dei saperi alimentari, ma anche della storia, del territorio e della stessa identità culturale della popolazione. Negli anni ’50, infatti, oltre la metà della popolazione italiana era dedita all’agricoltura, mentre oggi i contadini rappresentano solo il 3% della popolazione italiana e, in più, hanno anche un’età elevata. Il sistema economico non favorisce il ricambio generazionale, perché non dà più “valore” al cibo. Si cerca il cibo che costa meno, non quello che ha un più elevato valore qualitativo. Questo spinge i produttori ad abbattere i costi scaricando sulla società stessa una serie di esternalità che finiamo poi per pagare tutti in termini di degrado della salute, impoverimento della socialità e peggioramento dell’ambiente. E’ essenziale un “ritorno alla terra” e in questa direzione il lavoro delle insegnanti è fondamentale, perché trasmette il senso del mistero, il gusto dello sporcarsi le mani, riconduce a dare valore al cibo. In questo modo Petrini e Busdraghii bambini diventano anche educatori per i propri genitori.

Petrini ha elogiato la missione svolta dal nostro Istituto Agrario che, unico nel suo genere in Italia, si è messo a disposizione delle maestre e dei bambini trasmettendo loro le conoscenze agronomiche. Vedere questi giovani andare nelle scuole e interagire con le nuove generazioni, ha ribadito Petrini, è meraviglioso. Ecco che il semplice orto scolastico diventa l’occasione, non solo di sviluppo di conoscenze, ma anche per far emergere il senso di comunità e per sviluppare i rapporti intergenerazionali.

Gemellaggi

Ma per Petrini è importante ampliare la dimensione comunitaria includendo altre scuole come quelle presenti nel continente africano, in cui l’orto scolastico unisce valenze didattiche ad aspetti produttivi ed alimentari, assicurando quotidianamente il cibo e la sicurezza alimentare a migliaia di bambini. Le scuole, quindi, sono invitate da ora in poi a sviluppare il progetto “Orti in condotta” gemellandosi con altre scuole del continente africano in cui Slow Food ha realizzato orti scolastici. E’ un modo per sviluppare una nuova forma di fraternità universale, che trova nelle parole di Papa Francesco un fermo ed autorevole sostenitore. 

 

Si ringrazia Sara Franceschini per la collaborazione alla stesura dell'articolo relativamente all'intervento di Carlo Petrini.