Gli alunni dell'IIS "Carrara-Nottolini-Busdraghi" ricordano la Shoah e il preside lucchese Ernesto Guidi


Hanno saputo trasmettere emozioni, le stesse che, a distanza di tempo, dicono di provare ancora e che li hanno resi più sensibili e attenti alle varie forme di discriminazione del passato e del presente. Si tratta dei quattro studenti che la mattina del 27 gennaio, in Prefettura, hanno rappresentato l’IIS “Carrara-Nottolini-Busdraghi” e reso testimonianza di ciò che l’esperienza compiuta ad Auschwitz ha significato per loro. Sono Pietro Chiavacci (“Nottolini”), Gaia Mazzatenta, Mezi Tahsim e Roffo Nicholas ("Carrara"). Insieme ad altri quattro compagni, diplomatisi l’estate scorsa, avevano costituito, dopo una lunga preparazione ed una rigorosa selezione, il gruppo meritevole del viaggio, ormai noto come Treno della Memoria, organizzato un anno fa dalla Regione Toscana. Accolto l’invito del Prefetto a ricordare la Shoah, muniti di foto e video non si sono sottratti all’impegno di condividere il proprio vissuto con gli alunni delle scuole intervenute (Liceo musicale “Passaglia” e Polo “Fermi-Giorgi”) e di coinvolgere il pubblico in una narrazione autentica e spontanea.

Molto partecipato, sul fronte di un’altra iniziativa, anche l’incontro con la prof.ssa Alda Fratello che gli allievi del “Carrara” hanno voluto con sé, nel Giorno della Memoria, per averla apprezzata in occasione della posa della pietra d’inciampo per le vittime del nazifascismo, allorquando, il 9 gennaio, in delegazione davanti alla Pia Casa, si sono ritrovati ad ascoltare la docente intenta a ricordare la figura del preside Ernesto Guidi. Così, nella sala della biblioteca del “Carrara” gremita di studenti, l’ex insegnante di Filosofia ha ripreso a narrare, contestualizzandole sotto il profilo storico, culturale e familiare, le vicende del dirigente scolastico del Liceo “Vallisneri” che, unico fra i suoi colleghi in Lucchesia, si era rifiutato di prestare giuramento, nella primavera del ‘44, alla Repubblica di Salò e che, per questo atto di insubordinazione, fu arrestato e deportato in Germania.

Marina Giannarini

(già pubblicato da "La Gazzetta di Lucca" e "Lucca in Diretta")